SINOSSI
Il titolo del famosissimo brano dei Led Zeppelin, che aveva apparentemente tuttìaltro senso parlando della conquista dell’occidente da parte dei Vichinghi, qui è preso a prestito per parlare della non-conquista dell’Occidente di oggi… Da parte di gente che muore per strada (o per mare)… Lo spettacolo sembra chiedersi se per strada non sia morto l’Occidente stesso… Questo nuovo lavoro della Scuola Sperimentale dell’Attore non è esattamente un monologo, poiché le parole non sono molte, intrecciate con azioni coreografiche e simboliche che fanno pensare più a una ritualità che a un racconto. Un Pulcinella cantastorie ci regala, con tanto di mandolino, una favola di Josè Saramago sulla (impossibile) fine del mondo, ed evoca, in questa cornice, la presenza di un migrante dell’attualità, che a sua volta chiama sulla scena la figura Thomas Sankara, il carismatico leader rivoluzionario del burkina Faso “eliminato” nel 1987.
La storia si rivela man mano, mentre lo spettatore viene affascinato dall’intrigante intreccio di parole e gesti. E tra le ombre del detto e del danzato danno segno di sé diversi fantasmi “non protagonisti” della vicenda: il colonialismo e la regola onnipresente del capitale, il migrante fuggito da una politica violenta e tutti i migranti fuggiti da qualsiasi cosa deprima la speranza e la dignità umana. Con la lingua della bellezza e poesia, lo spettacolo contempla con delicatezza l’idea del declino di una civiltà, la nostra, rispetto alla quale il “Problema Migranti” è forse solo uno tra i sintomi più dolorosi. Il lavoro testimonia anche di una ricerca meticcia sui linguaggi d’attore, che trova una sua ragione nella tradizione di un impegno verso la specificità del teatro che la compagnia porta avanti da oltre trent’anni; una specificità che oggi più che mai deve attingere, senza pregiudizi e nemmeno senza superficiali pluralismi, alle eccellenze di ogni cultura.
Pulcinella, this time as storyteller accompanied by his mandolin, gifts us with an end-of-the-world fairy tale in José Saramago’s style and recalls a doomed migrant, who in his turn recalls the figure of Thomas Sankara, revolutionary and charismatic leader of Burkina Faso, “removed” in 1987. The plot unravels in a Chinese box structure, while the spectator is captured by a weave of words and gestures. Various ghosts, co-protagonists of these events, appear among the shadows of what is being said and danced: the ghost of colonialism and trade, the migrants fleeing from prisons of complete incapability, the future, now a hazard in History. During the show one can witness the research of acting languages behind the scenes, which is peculiar of this theatrical company, longingly looking for the best in each culture, without prejudices and superficialities.
At the end of the show you’ll hear the notes of “Immigrant Song” by Led Zeppelin, recalling the Viking conquest of the Western World. Today things are different, our Western World is safe from warships, even though the thirst for gold, glory and good land could be the same. To prevent this future, we might need to build a new country, a Land of Virtuous Men for each one of us and a prophetical hero might need to live again. What makes a political leader, worried about his people’s doom, change his country name into “the Land of Virtuous Men”? What is virtue, how can one be virtuous in disadvantaged conditions? How do we defend virtue, while defending a higher form of justice? How can you stay in your land and relieve it of the desolation left by centuries of violent thievery?
With Lucia Zaghet, written and directed by Ferruccio Merisi, Produced by Scuola Sperimentale
dell’Attore – l’Arlecchino Errante 2017.
details
COMMEDIA DELL’ARTE
regia di / directed by Ferruccio Merisi
compagnia / group Arlecchino Errante
stato / country ITALIA
the director

FERRUCCIO MERISI
ITALIA / ITALY
the group

MARIA CONSAGRA
ITALIA / ITALY
Training fisico per l'attore
Il training fisico per l'attore è l'allenamento fisico e psichico che l'attore intraprende per preparasi allo
stare in scena. Non è un allenamento per uno specifico spettacolo è la preparazione dell'attore a
raggiungere la consapevolezza del proprio corpo, a convogliare una grande quantità di energia in azioni
specifiche, ad ampliare la propria gamma espressiva, a rendere le proprie azioni in scena precise e “
vive”.
Ognuno creerà i suoi esercizi o meglio le sue azioni, guidato da alcuni principi, che sono alla base di
questo allenamento.
E' qui che insistendo sulla intensità, la ripetizione e la durata del training, la stanchezza stessa e lo sforzo
di superarla, apre la connessione tra corpo ed immaginazione, aumenta la consapevolezza delle proprie
tendenze espressive e aiuta ad andare oltre e a trovarne di nuove, oltre schemi e cliché.
E' qui che, attraverso l'ascolto di sé stessi nella dinamica e nella forma, si entra in relazione con lo
spazio e con gli altri.
Creeremo delle Figure partendo dalla dinamica e dalle Qualità di Energia.