Ascoltando il suono di un violino seguiremo il monologo di Ivo Huez e assisteremo alla performance di Nika Furlani e Nina Alexopolou. 4 artisti che si approcciano, in qualità di autori-creatori, alla complessità dell’esistenza e della vita stessa, esprimendosi con linguaggi diversi in un fluire alternato di forme maschili e femminili.
PERFORMANCE DI
NIKA FURLANI +
NINA ALEXOPOLOU
Foto da Bi_Onte,
performance di Nina Alexopoulou e Nika Furlani
a cura di Massimo Premuda
l simbolo del Femminile ancestrale, presente in tutte le culture arcaiche,
esprime i ricordi primordiali, ricordi impressi nelle nostre coscienze
che però giacciono sopiti e dimenticati.
L’archetipo femminile o femminile atavico
rappresenta sin da tempi remotissimi
un insieme di qualità interiori che includono,
accolgono e nutrono il fluire della vita.
Già dal Neolitico il modello patriarcale, potentemente imposto,
ha annientato questa concezione sostituendo le qualità vivifiche
e pacifiche con l’aggressività e la forza.
Ancora oggi la facoltà femminile di veicolare
e dare vita è spesso usurpata dal potere che brama potere.
Immersa nel buio la performer Nina Alexopolou
avanza portando sulla pelle nuda tutti i ricordi di una cultura primordiale.
Assieme a lei emerge piano piano il dialogo
con gli elementi proiettati dalla fotografa Nika Furlani.
Grazie all’uso del episcopio (proiettore analogico),
lo spettatore viene accompagnato verso
una relazione profonda con Madre Terra.
L’IMPROPRIO USO DELLA MENTE |
IVO HUEZ +
SIMONE KODERMAZ
di Ivo Huez
Musiche originali e remix “KING”
In collaborazione con Teatro Nomade
Ascolta il violino e scrivi la fine.
Dev’essere una frase chiara ed esplicita,
ma che indichi indiscutibilmente una fine.
Ascolta il violino e scrivi la fine.
Nessuno ti può biasimare perché un atto ha la necessità della fine,
come la morte che salda il conto di una vita.
Ascolta il violino e scrivi la fine.Io necessito di una fine.
Sono un personaggio, non ho una vita mia, dipendo dalle tue parole.
Ascolta il violino e scrivi la fine. La mia esistenza è nella tua volontà.
Ascolta il violino e scrivi la fine.La tua immaginazione induce il mio essere.
L’improprio uso della mente è un monologo
che cerca di rispondere a una semplice domanda:
chi è il personaggio teatrale?
E chi rappresenta nella sua continua ricerca di risposte e conferme?
In questo viaggio di esplorazione della realtà soggettiva,
Ivo Huez, attore e regista dello spettacolo,
ipotizza un destino regolato da una forza superiore,
non divina o religiosa, e pone un interrogativo al pubblico
e a se stesso: perché crediamo in quel che vediamo?